Nel nostro Paese, la conoscenza del pianeta incentivi comunitari è ancora modesta e approssimativa.
Questo comporta non solo la perdita di buone occasioni, ma spesso anche uno spreco di energie: accade infatti che enti o scuole dello stesso territorio presentino a Bruxelles progetti aventi caratteristiche molto simili, dimostrando di non avere svolto le necessarie verifiche preliminari, di non avere saputo creare una rete con il territorio e di non rispondere al carattere di innovazione che determina l’approvazione del progetto.

Nelle pagine seguenti troverete le principali fonti di finanziamento diretto e indiretto che la Comunità Europea mette a disposizione per promuovere i suoi programmi.

Abbiamo cercato di essere sufficientemente schematci ma esaustivi, cercando di aiutarvi a fare chiarezza senza dimenticare che per ulteriori approfondimenti è opportuno consultare i siti specializzati in materia.

FONDI INDIRETTI: FONDI DIRETTI:
– Cosa sono;
– Come si compongono;
– A cosa servono;
– Le iniziative comunitarie;
– Cosa sono, Quali sono, a cosa servono

APPROFONDIMENTI:
– Socrates;

 

I FINANZIAMENTI INDIRETTI:
I FONDI STRUTTURALI

Il divario di sviluppo è tradizionalmente concentrato nelle zone periferiche dell’Unione rispetto a quelle del centro Europa dove si ritrova la maggioranza della popolazione, delle attività industriali, dei servizi finanziari, della cultura e degli organi di governo della stessa Unione.

Alla luce di tali considerazioni, nell’ottica di armonizzazione e di eliminazione delle disparità economiche e sociali in tutti gli Stati membri e per rendere meno acuti gli aspetti negativi che la realizzazione del mercato unico e della moneta unica avrebbe arrecato alle zone meno sviluppate dell’Europa, sono stati istituiti i cosiddetti Fondi Strutturali; essi rappresentano una grande occasione per le regioni, le province ed comuni di zone in ritardo di sviluppo per accorciare la distanza fra il loro livello di sviluppo e quello delle zone più prospere dell’Europa.

I Fondi Strutturali, considerati fino a pochi anni or sono come non essenziali, tanto da venire spesse volte dimenticati e non utilizzati, sono divenuti improvvisamente indispensabili per sostenere lo sviluppo dell’economia, specialmente nella parte più debole del paese.

I Fondi strutturali sono uno dei principali strumenti finanziari dell’Unione Europea. Il loro obiettivo è quello di promuovere la coesione, favorire lo sviluppo armonioso, equilibrato e duraturo delle attività economiche, sostenere la crescita dell’occupazione e la valorizzazione delle risorse umane, tutelare e migliorare l’ambiente, eliminanare le ineguaglianze e diffondere la parità tra uomini e donne.

Vengono chiamati indiretti perchè l’Unione Europea non stabilisce un rapporto diretto con i beneficiari finali, non eroga direttamente gli incentivi ad aziende, enti locali, ecc.

Al contrario, stabilisce le linee strategiche fondamentali per l’utilizzo di questi finanziamenti, e poi affida alle autorità nazionali e regionali un budget che esse devono gestire.

Per effetto della regola del cofinanziamento questa somma viene più che raddoppiata: i finanziamenti comunitari sono utilizzabili solo a condizione che ad essi si aggiungano fondi nazionali e/o privati.

 

COME SI COMPONGONO
I Fondi strutturali sono 4:1. Il Fondo sociale europeo (FSE).
La sua creazione venne prevista già con il Trattato di Roma (1953), cioè con l’atto istitutivo della Comunità Economica Europea. Inizialmente il suo scopo era essenzialmente limitato a supportare la mobilità dei lavoratori all’interno della CEE: cioè a facilitare l’inserimento di forza lavoro, proveniente soprattutto dall’Italia, nelle città e nelle fabbriche degli altri 5 Stati membri della neonata Comunità. Oggi la sua funzione è molto più ampia, perché abbraccia tutto il campo delle politiche per le risorse umane (istruzione, formazione, inserimento nel mondo del lavoro, riqualificazione di manodopera già occupata, ecc.).

2. il Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG).
Istituito nel 1962, viene successivamente diviso nel ’64 nelle due sezioni “Garanzia” e “Orientamento”. La prima esula dal nostro campo di interesse: è finalizzata a sostenere il reddito degli agricoltori attraverso sussidi diretti o – più spesso – attraverso manovre per la riduzione dell’offerta di prodotti agricoli. La sezione Orientamento, invece, ci interessa perché fornisce risorse sia per lo sviluppo e ammodernamento delle aziende agricole, sia per lo sviluppo dei territori rurali.

3. il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR).
Creato nel 1975, è il più importante perchè impiega la maggior parte delle risorse destinate dal bilancio comunitario ai fondi Strutturali
Esso contribuisce allo sviluppo e all’adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo, nonché alla riconversione economica delle regioni industriali in declino.
Gli obiettivi perseguiti dal Fondo riguardano due dei 3 obiettivi prioritari: l’obiettivo 1 e 2 ed è attivo in tutte le regioni che hanno zone ammissibili rientranti nei parametri definiti dai 2 obiettivi.
Nessuna regione italiana è esclusa dall’intervento del FESR.
Esso finanzia gli investimenti produttivi che rendono possibile la creazione ed il mantenimento dell’occupazione, la realizzazione delle infrastrutture, le iniziative di sviluppo locale e le attività delle piccole e medie imprese, la ricerca e lo sviluppo tecnologico, la tutela dell’ambiente e finanzia attività nel settore tasporti, ricerca ed innovazione, recupero urbano e riconversione industriale, turismo

4. lo Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP).
Nato nel 1993 per fronteggiare la crisi che investe il settore ittico europeo, a fronte da un lato dell’agguerrita concorrenza di paesi terzi, dall’altro l’adeguamento e l’ammodernamento delle attrezzature del settore, nonché la diversificazione economica nelle zone dipendenti dalla pesca.

LE FINALITA’
I fondi strutturali sono finalizzati a finanziare 3 Obiettivi prioritari e 4 Iniziative comunitarie.

Obiettivo 1
Consiste nel promuovere lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo.
Si tratta in sostanza del Sud economico dell’Unione, cioè delle regioni con un basso livello di reddito pro-capite (non solo, dunque, quelle portoghesi, spagnole, italiane e greche, geograficamente poste nella fascia meridionale, ma anche quelle degli altri paesi, centrali e settentrionali, che presentano analoghi problemi di sviluppo). Il parametro per individuare tali regioni è molto semplice: il PIL pro capite degli ultimi tre anni deve essere pari o inferiore al 75 % della media comunitaria.
E deve trattarsi di un’intera “unità territoriale statistica di II livello”: cioè di un’unità politico – amministrativa corrispondente alle regioni italiane o ai lander tedeschi.
Nelle regioni obiettivo 1 i fondi strutturali intervengono:
· per sostenere e la creazione di infrastrutture per lo sviluppo economico, sociale e culturale (strade, ferrovie, acquedotti, ma anche scuole, ospedali, centri culturali, ecc.);
· per sostenere la creazione o l’ammodernamento delle imprese;
· per favorire – attraverso l’istruzione, la formazione professionale, l’educazione permanente – la qualificazione delle risorse umane.
In Italia è operativo nelle seguenti regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. La regione Molise è in fase di fuoriuscita dall’obiettivo .

Obiettivo 2
Consiste nel favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali.
Si tratta di zone – collocate al di fuori delle regioni obiettivo 1 – che però presentano aspetti di “mancato sviluppo”, o di involuzione della situazione socioeconomica. In particolare si deve trattare di:
· zone di declino industriale
· zone rurali
· zone urbane degradate
· zone dipendenti dalla pesca.
Per zone sono da intendere unità territoriali statistiche di III livello (corrispondenti alle province italiane) o parti significative di esse.

Obiettivo 3
Adattare ed ammodernare le politiche ed i sistemi di istruzione, formazione ed occupazione.
Opera in tutte le zone del territorio nazionale non comprese negli obiettivi 1 e 2.

 

LE INIZIATIVE COMUNITARIE
Grazie alle risorse stanziate dai Fondi strutturali, che vi partecipano in misura del 5,35% (pari a 10,43 miliardi di €) per l’intero territorio comunitario, vengono finanziate anche 4 iniziative comunitarie: Equal, Interreg III, Leader + e Urban.
EQUAL
Favorisce la cooperazione transnazionale per la promozione di nuovi strumenti atti a combattere tutte le forme di discriminazione e di disuguaglianza nel contesto del mercato del lavoro. Il programma è cofinanziato dal Fondo sociale europeo (FSE).
INTERREG III
Stimola la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. L’iniziativa è divisa in tre Sezioni, con la finalità di:
– Sezione A : promuovere lo sviluppo regionale integrato tra le regioni di frontiera contigue, comprese le frontiere esterne e alcune frontiere marittime cooperazione transfrontaliera)
– Sezione B : contribuire all’integrazione territoriale armoniosa della CE (cooperazione transnazionale);
– Sezione C : miglioramento delle tecniche e delle politiche di coesione e sviluppo regionale mediante la cooperazione transnazionale/interregionale (cooperazione interregionale).
LEADER +
Incoraggia e aiuta gli operatori rurali a riflettere sulle potenzialità del territorio in una prospettiva di lungo termine. L’iniziativa promuove l’attuazione di strategie originali di sviluppo sostenibile integrate concernenti la sperimentazione di nuove forme di valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, di potenziamento dell’ambiente economico, al fine di contribuire a creare posti di lavoro, di miglioramento della capacità organizzativa delle rispettive comunità. Enti pubblici e soggetti privati possono ottenere finanziamenti rispondendo a bandi pubblicati per estratto sul Bollettino Ufficiale della Regione e per esteso nell’Albo pretorio dei Comuni e della Provincia. Nell’ambito dell’iniziativa comunitaria, le opportunità sono gestite ed erogate dai GAL (Gruppi di Azione Locale).
URBAN
Promuove l’elaborazione e l’attuazione di strategie particolarmente innovative ai fini della rivitalizzazione socioeconomica sostenibile dei centri urbani medio-piccoli o di quartieri degradati delle grandi città; favorisce lo sviluppo e lo scambio di conoscenze ed esperienze sulla rivitalizzazione e lo sviluppo urbano sostenibile nella Comunità.

 

I FINANZIAMENTI DIRETTI
Per i finanziamenti diretti, la Commissione europea, gestisce i finanziamenti, eroga i fondi e stabilisce autonomamente i criteri e i principi di funzionamento dei vari programmi.
Si tratta di programma tematici che coprono un’amplissima gamma di problematiche economiche, sociali e culturali.
La maggior parte degli attuali programmi comunitari trovano applicazione fino al 2006, successivamente saranno, con tutta probabilità, prorogati.
Per la definizione dei futuri programmi comunitari bisognerà attendere la definizione delle prospettive finanziarie 2007-2013. Per il momento, anche in seguito all’ultimo allargamento (maggio 2004) non ci sono stati grandi cambiamenti: la tendenza rimane orientata ai grandi programmi quadro.
Di seguito trovate un elenco dei programmi comunitari suddivisi per settore.
Per i programmi segnati in rosso troverete ulteriori approfondimenti, perchè attinenti al nostro campo di azione, per gli altri rimandiamo a siti più specializzati.
SETTORE: RICERCA E SVILUPPO TECNOLOGICO (RST), AMBIENTE ED ENERGIA
Possono essere inclusi i seguenti programmi comunitari:
– Sesto programma quadro RST (2003-2006)
– LIFE III – Strumento finanziario per l’ambiente
– “Energia intelligente per l’Europa” – Provvedimenti in campo energetico
– Programma d’azione per la protezione civile
SETTORE: POLITICA SOCIALE, SANITÀ PUBBLICA, GIUSTIZIA E PROFESSIONI LEGALI, DOGANE
Possono essere inclusi i seguenti programmi:
– DAPHNE – Lotta alla violenza
– Quadro d’azione per la sanità pubblica
– AGIS – Cooperazione nel campo del diritto penale
– ARGO – Cooperazione nel campo doganale.
SETTORE: ISTRUZIONE E CULTURA
Comprende i seguenti programmi e azioni:
Socrates;
– Leonardo;
– Youth;
– Tempus;
– Cooperazione nei settori dell’istruzione universitaria e professionale;
– ALFA: cooperazione fra l’America latina e l’Europa nell’ambito della formazione;
– ASIA-LINK (2002-2005): Cooperazione universitaria con l’Asia;
– EUROSCOLA – Visite al Parlamento europeo; NETD@YS Utilizzo di internet a scopi didattici;
– Programma E-Learning (2004-2006);
– CULTURA 2000 (2000-2006): Programma quadro per la cultura;
-MEDIA (2001-2006): politica audiovisiva;
– Azioni a favore delle lingue e culture minoritarie.
SETTORE: PARTENARIATO TRA CITTA’ E REGIONI
Comprende i seguenti programmi/iniziative
– Gemellaggi fra cittá europee
– ASIA-URBS – Cooperazione tra autoritá locali europee e asiatiche
– URB-AL – Cooperazione tra Ue e America latina
– UE – Giappone “People to People”